Pedalando verso l'autostima

Grande Picchio ha un ego abbastanza grande, ma non gli corrisponde un'autostima altrettanto alta e questo, al di là della disabilità, può essere un grande ostacolo ai suoi apprendimenti.
Ci stiamo lavorando e, da qualche tempo, la nostra miglior alleata è la bicicletta.

Tutto ciò che ha le ruote ha sempre esercitato su di te un grande fascino, ma la bicicletta è stata per lungo tempo solo un mezzo da cui salire e scendere in continuazione, su cui farsi spingere per piccoli tratti, con la quale pedalere all'indietro e una cliente fissa della tua officina meccanica.
Poi è arrivato il lockdown e l'idea, letta da qualche parte, di bloccare le rotelle dentro delle vecchie scarpe di papà.
In questo modo potevamo sederci a turno accanto a te e guidarti i piedi sui pedali.

Non hai accettato subito e non resistevi nemmeno molto tempo, ma qualcosa si è sbloccato.
E poco meno di un anno dopo mi ritrovo a rincorrerti mentre sfrecci veloce.
(Giuro che il casco di solito lo mettiamo) e, se all'inizio cercavo di starti attaccata, adesso provo a lasciarti un po' di corda... Anche quando ti vedo svoltare l'angolo e uscire dal mio campo visivo... E tiro un enorme sospiro di sollievo quando ti trovo ad aspettarmi al semaforo con uno bel sorriso mentre mi dici "visto mamma, mi sono fermato".
Nella vecchia casa il corsello dei box era il tuo momento di sfogo e un esercizio di fiducia per me un po' più facile.
Dove ci siamo appena trasferiti devo prepararmi a portarti sulla strada.
E così oggi ho ideato un percorso tra il nostro garage e lo spazio davanti a quello degli altri... Avrò per tanto tempo il tuo sorriso di immensa soddisfazione e gioia, spuntato mentre giri attorno al triangolo senza toccarlo, senza toccare la moto di papà, quasi senza rallentare e soprattutto senza perdere l'equilibrio, stampato negli occhi e nel cuore.

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